Di mestiere faccio questo, integralmente, 24 ore su 24, anche quando dormo, anche quando mangio, passeggio, leggo, parlo, ascolto. In testa, se non in mano, ho sempre un invisibile taccuino su cui annoto ciò che mi colpisce, mi stupisce, mi fa soffrire o ridere, quel che non capisco e che incide un grosso punto di domanda nella mia coscienza. Credo che molto nasca da lì e da tutti questi appunti.
2- Ci racconta come si svolge una sua giornata-tipo?
Mi sveglio (sempre abbastanza a fatica, soprattutto dopo un bel sogno), faccio colazione ascoltando la radio e, se sono in forma, mi dedico alla ginnastica, oppure a una lunga passeggiata nel parco. Poi leggo o scrivo fino all’ora di pranzo. Ascolto ancora la radio. Riprendo a leggere o a scrivere. A volte faccio un giro in canoa sul fiume, sbrigo un po’ di corrispondenza, telefono agli amici. La sera vado al cinema o, se c’è qualcosa di bello, a teatro oppure vedo un amico, un’amica e parliamo come due torrenti in piena. Questi sono i giorni miei. Nei giorni in cui incontro i bambini o gli adulti, invece, la mia giornata non è più tipo e tutto può succedere: di solito, comunque, lo scambio è così intenso e pieno da lasciarmi stordita per un po’ e magari farmi nascere una nuova storia.
Tutto. Anche dormire perché, con un po’ di fortuna, sogno storie strutturate in storie e tengo per l’appunto un quadernetto sul comodino per annotare la vicenda. Ogni esperienza, piccola o grande che sia, può fornire uno spunto. Una lettura, un film, un incontro, un viaggio, una visita, una festa; anche un dolore e il famigerato vuoto, quei momenti di sospensione e di noia, da cui possono emergere vere meraviglie. Non bisogna aver paura di affrontare i lati più penosi della vita perché contribuiscono a dirci qualcosa di importante.
4- C'è qualcosa che vorrebbe dire alla se stessa del passato?
Vorrei essermi detta non una, ma cento cose. Di stare attenta a non perdere borse, chiavi, magliette, calze e tante altre cose che ho seminato per strada. Di non tagliarmi i capelli. Di non usare gli scarponi lisi per arrampicarmi su una roccia verticale. Di non scendere da un costolone ghiacciato con gli sci. Ma soprattutto di parlare di più alle persone che ho amato.
Perché si odia?
Noi speriamo tanto che la nostra intervista a Guia vi spinga a cercare il suo nome tra gli scaffali della vostra libreria preferita. Se volete saperne di più su di lei e tenere sott'occhio le sue ultime uscite, potete consultare il suo sito.
La Tana delle Ficcanaso vi dà appuntamento al terzo venerdì di novembre per l'ultima intervista dell'anno: chi ci sarà a farci compagnia?